La crisi dell’università, i tagli del governo e l’eccezione umanistica
Chiunque studi o lavori nell’università italiana dovrebbe leggere il libro di Roberto Perotti, L’università truccata, pubblicato da Einaudi proprio mentre cominciavano ad infuriare le polemiche sulla politica del governo Berlusconi in materia di istruzione scolastica ed universitaria.
Dovrebbe farlo non solo perché è una delle poche, coraggiose e non pretestuose denunce dei vizi del nostro sistema universitario, ma anche perché indica alcune soluzioni per uscire dalla crisi. Che si sia d’accordo oppure no con l’autore, ciò che dice merita di essere discusso con la massima serietà, perché tocca i veri nodi della questione. A cosa è dovuta la crisi dell’università italiana? Secondo Perotti, a tre cause: il nostro è un sistema troppo oneroso per la collettività, che per sua stessa natura alimenta clientelismi e nepotismi, e che può vantare una scarsa produttività scientifica rispetto ad altri Paesi europei (non si dice degli USA).
Nel libro sono argomentati accuratamente tutti e tre i punti e, salvo forse il primo (non sarebbe vero, secondo Perotti, che l’università è sottofinanziata), è difficile non essere d’accordo.
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