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rivista semestrale

anno XXXVI - terza serie

numero 89

gennaio/giugno 2024

Emanuela Piga Bruni – La macchina fragile: l’inconscio artificiale fra letteratura, cinema e televisione

[ Carocci, Roma 2022 ]

Protagonisti del volume sono androidi e cyborg, le alterità artificiali e antropomorfe che, costituendone la «metafora rovesciata» (passim), sfidano lo statuto identitario dell’essere umano e contribuiscono a ridefinirne il senso. Che cosa significhi essere umani oggi, nel tempo in cui la riproduzione tecnologica della persona non è più un miraggio, è infatti la domanda che apre il libro, la questione ontologica che soggiace al testo e in funzione della quale si strutturano i suoi contenuti.
L’oggetto principale dell’indagine è proprio il rapporto e l’ambiguo discrimine che intercorre tra esseri umani e creature artificiali, automi resi «perturbanti» (passim) dalla somiglianza sempre più esatta con l’essere umano, favorita dall’emersione della coscienza artificiale: la conquista dell’autoconsapevolezza fa della macchina qualcosa di più e ne complica, soprattutto eticamente, il rapporto con l’umano.
Nei testi considerati, il tema della coscienza si configura sistematicamente nella forma del dialogo, di cui Piga Bruni individua e analizza due fenomenologie: quella del paradigma indiziario e quella della seduta psicanalitica, entrambe funzionali a sondare il grado di autocoscienza degli automi, vale a dire il loro “livello” di umanità.
Piga Bruni si dedica a un’analisi testuale complessa, di impianto tematico, intermediale e interdisciplinare: i testi scelti, tra cui l’autrice stabilisce acuti confronti, appartengono infatti a media differenti – letteratura, cinema, animazione, serialità televisiva – e l’indagine critica è condotta combinando gli strumenti della filosofia, della psicologia e delle scienze cognitive. Una notevole varietà di linguaggi e discipline attraverso cui l’autrice si muove con destrezza, tenendo salde le fila della materia.
La questione ontologica al centro del libro, che si inserisce nel contesto di generale declino dell’antropocentrismo, è inoltre affrontata in prospettiva cronologica, con il passaggio dall’estetica cyberpunk a quella postumana, a segnalare il cambiamento di paradigma che induce a ripensare in termini non tradizionali la dialettica tra umano e automi. Il primo capitolo, dopo aver fissato i presupposti della ricerca, procede all’analisi di Liar! di Asimov (1941) e di Do Androids Dream of Electric Sheep? di Dick (1953), in cui i dialoghi, pur rivelando alcuni «tratti umani nelle menti artificiali» (p. 30), mostrano la distanza, ancora evidente, tra uomo e macchina. Dotati di un maggiore grado di autocoscienza, risultano invece più ambigui e perturbanti gli umanoidi dei capitoli successivi: Kusanagi di Ghost in the Shell, l’anime diretto da Oshii (1995), Adam del libro Machines Like Me and People Like You di McEwan (2019), e Dolores di Westworld, la serie tv diretta da Crichton (2016-2022) a partire dalla quale Piga Bruni formula il concetto di «inconscio artificiale» (p. 67). Tra tutte, spicca l’analisi di Ghost in the Shell, in cui l’autrice, soffermandosi con pari competenza sia sulla scrittura sia sulla scena audiovisiva, coglie l’inquietudine identitaria e il senso di vulnerabilità di Kusanagi.
Tuttavia il tema della fragilità, sebbene annunciato nella premessa come filo conduttore del lavoro, tende a restare in sordina, poiché non sempre rilevato puntualmente e talvolta lasciato alle deduzioni del lettore. Il titolo del volume, quindi, per quanto accattivante e indicativo di uno dei motivi orientanti del lavoro di Piga Bruni, sembrerebbe non cogliere del tutto il fulcro effettivo della sua ricerca, costituito, piuttosto, dalla questione della coscienza.
Chiude il volume un saggio di Christiano Presutti, tratto dall’introduzione all’articolo pubblicato su «Between» (17, 2019) insieme a Piga Bruni. Oltre a chiarire il contesto storico e culturale in cui si collocano i temi del libro, Presutti intende inquadrarne l’argomento nell’ambito della ricerca interdisciplinare, interessandosi ai meccanismi di coscienza – sia naturale che artificiale – e alla commistione di scienze naturali e scienze sociali, di tecnologia e immaginazione poetica.

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