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rivista semestrale

anno XXXV - terza serie

numero 88

luglio/dicembre 2023

Jobst Welge, Genealogical Fictions: Cultural Periphery and Historical Change in the Modern Novel / Armonia e conflitti. Dinamiche familiari nella narrativa italiana moderna e contemporanea

Armonia e conflitti. Dinamiche familiari nella narrativa italiana moderna e contemporanea

[ a cura di I. de Seta, Peter Lang, Bruxelles 2014 ]

Jobst Welge

Genealogical Fictions: Cultural Periphery and Historical Change in the Modern Novel

[ Johns Hopkins University Press, Baltimore (MD) 2015 ]

Se si consultano monografie, enciclopedie e compendi sul romanzo, si è colpiti dalla scarsezza di riferimenti alla saga familiare. La pubblicazione di Armonia e conflitti curato da Ilaria de Seta e di Genealogical Fictions di Jobst Welge segnala il crescente interesse per le storie familiari raccontate dalla letteratura.

Nel volume curato da De Seta sono raccolti saggi sulla letteratura italiana moderna e contemporanea. Il libro si apre con un saggio su Manzoni, ma la maggior parte dei saggi è dedicata ad autori che rientrano nel canone del Novecento di Debenedetti (Pirandello, Svevo e Tozzi), a cui si aggiungono Landolfi, Giuseppe Berto e Fausto Maria Martini. Gli ultimi due saggi si occupano rispettivamente di Oriana Fallaci e Letizia Muratori, aprendo prospettive sul presente e dando spazio a due autrici. L’approccio scelto è quello tematico. I saggi inclusi in Armonia e conflitti esplorano le relazioni familiari dei personaggi in romanzi e racconti; dato che la famiglia viene studiata come tema narrativo, la scelta del genere rimane aperta. La scelta tematica e la ricezione del canone di Debenedetti costituiscono però anche i limiti del volume. Colpisce che nei saggi di Armonia e conflitti non compaiano le scrittrici e gli scrittori che hanno messo al centro delle loro opere storie di famiglia e hanno definito il canone della saga familiare italiana, il cui arco cronologico si estende da fine Ottocento a oggi, travalicando i confini del “romanzo del Novecento”.

Genealogical Fictions di Welge è la prima monografia che dia un’interpretazione di ampio respiro della saga familiare. Anche se non ne propone una definizione e segnala “somiglianze di famiglia” fra testi non sempre legati da influenze dirette, Welge offre una serie di elementi per identificare questo sottogenere del romanzo moderno, seguirne parzialmente la diffusione e spiegarne la funzione culturale. Welge segue l’emergere del romanzo genealogico nelle letterature periferiche europee dell’Ottocento e la sua diffusione in Sud America. Ogni capitolo di Genealogical Fictions è dedicato a uno o due romanzi, che sono analizzati secondo un ordine cronologico: si parte con Castle Rackrent di Edgeworth e Waverly di Scott, per chiudere con Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Altri testi inclusi sono: I Malavoglia di Verga e I Viceré di De Roberto; i grandi romanzi del realismo spagnolo di fine Ottocento, Fortunata y Jacinta di Pérez Galdós e il ciclo galiziano di Pardo Bazàn; due classici del realismo lusitano, Os Maias del portoghese Eça de Queirós e Esaú e Jacó del brasiliano Machado de Assis; infine Menino de engenho del modernista brasiliano Lins do Rego. Gli assunti che guidano la scelta e l’interpretazione dei testi sono due. Nelle opere analizzate, la storia familiare non è solo un tema narrativo, ma struttura la narrazione. Secondo Welge, la struttura genealogica permette a questi romanzi di svolgere una prima importante funzione culturale: il racconto di una storia di famiglia seguita attraverso più generazioni diventa metafora e metonimia della nazione come “comunità immaginata”. Il secondo assunto è che il romanzo genealogico si diffonda in aree geografiche periferiche, dove la modernità giunge tardi e dall’esterno. La seconda funzione svolta dai romanzi genealogici sarebbe quindi di raccontare la reazione ambivalente di queste culture periferiche rispetto a una modernità percepita come estranea. Questo secondo assunto è tuttavia problematico. Se si guarda al panorama della letteratura mondiale a partire dall’ultimo quarto dell’Ottocento, che Welge tiene sullo sfondo, si vede che la saga familiare compare in molte culture che non si possono definire periferiche e in cui il passaggio alla modernità ha prodotto reazioni altrettanto ambivalenti. Nonostante questo, il libro si Welge sarà un punto di riferimento per ogni ricerca futura sulla saga familiare.

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