Il Laborintus di Sanguineti, l’opera più sconvolgente tra quante apparse, a metà degli anni Cinquanta, nel panorama letterario italiano, è tornato da poco nelle librerie ospitato nel volume di Erminio Risso, “Laborintus” di Edoardo Sanguineti. Testo e commento (Manni, Lecce 2006).
Come avverte il sottotitolo, si tratta di un lavoro che affianca al poemetto sanguinetiano, riproposto nella sua interezza, un commento che si sviluppa, per ognuna delle 27 “sezioni” (la definizione è d’autore), nella forma di introduzione specifica al singolo testo, completata da un apparato di note relative alla sezione analizzata. Questi due momenti si integrano a vicenda, cogliendo del testo linee portanti e collocazione macrotestuale da un lato, richiami specifici intra- e intertestuali dall’altro.
L’itinerario del commento, inoltre, è anticipato e coadiuvato da un consistente saggio introduttivo, dal titolo-grimaldello Anarchia e complicazione, che richiamando parole chiave dell’opera stessa ne sintetizza, per così dire, il funzionamento, il movimento cogitativo di fondo. Il libro ha anzitutto il merito di proporsi come il primo commento integrale a Laborintus, nella veste, verrebbe da dire pensando a certe fonti dell’opera sanguinetiana, di comentum medievale, sostenuto cioè dall’idea della glossa al testo. È dunque un contributo decisivo alla bibliografia di Laborintus e a quella sanguinetiana in generale.
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