Lo scritto traccia un parallelo fra il racconto inedito di Svevo Il Malocchio e la relazione fra Zeno e Guido nella Coscienza incentrata su una rivalità fraterna basata sull’invidia e la competizione. All’ipotesi di Girard sul desiderio mimetico si aggiunge una lettura psicoanalitica dei sogni e delle fantasie di Zeno sul fratello «morto molti anni fa», visti come precursori della travagliata relazione con Guido e che rendono ragione, al di là delle apparenze, di un odio che porta Zeno a provocare indirettamente il suicidio non voluto del cognato e, con un lapsus clamoroso e rivelatore, a disertare per sbaglio il suo funerale. Fino all’ultimo Zeno rivendica la propria innocenza e l’amore per Guido, definito «uno strano uomo», ma non riesce ad ingannare Ada quando gli attribuisce l’intenzione di stargli accanto per colpirlo.
This essay tracks the parallel between Svevo’s unpublished story, Evil Eye (Il Malocchio), and the relationship between Zeno and Guido in La Coscienza di Zeno. This revolves around their fraternal relationship and its basis in rivalry and envy. In addition to Girard’s idea of a mimetic desire, I am adding a psychoanalytic reading of Zeno’s fantasies and dreams about his brother “who had died many years before”, which I see as the precursors of his vexed relationship with Guido, and which makes clear the hatred behind appearances which led Zeno to indirectly prompt his brother-in-law’s inadvertent suicide, as well as to miss his funeral by means of a blatant and revealing oversight. Zeno protests his innocence and his love for Guido, whom he declares a “strange man”, right to the end, but he fails to deceive Ada who says he kept Guido close so as to harm him.
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