allegoriaonline.it

rivista semestrale

anno XXXV - terza serie

numero 88

luglio/dicembre 2023

Gloria Scarfone – Frontiere. Su Veronica e il diavolo di Fernanda Alfieri

1.

Veronica e il diavolo, il libro di Fernanda Alfieri edito da Einaudi nel marzo del 2021, è – a un primo sguardo – un saggio storico. Eppure, il principale registro del testo non è affatto quello saggistico, bensì quello narrativo. Deve essere stato questo aspetto a colpire molti lettori, pronti a invocare il cliché del “libro unico e inclassificabile”. Negli ultimi anni, lo scavalcamento dei confini di genere è diventato un fatto talmente pervasivo che non dovrebbe destare più tanto scalpore. Il libro “ibrido” – per usare l’aggettivo più in voga nella critica che si occupa di letteratura del presente – è nei fatti diventato il nuovo standard. Saggio narrativo, romanzo-saggio, non-fiction novel, autofiction, biofiction: sono solo alcune delle etichette che hanno aiutato a cartografare il panorama letterario degli ultimi quarant’anni, in gran parte composto di testi in cui le frontiere dei generi vengono valicate di continuo. Beninteso: ciò non significa affatto che i confini di genere scompaiano; al contrario, si rinsaldano proprio mentre vengono attraversati; reclamano tutta la loro pertinenza proprio perché, affinché siano erosi, chi scrive è costretto a operare una forzatura. In quest’ottica, l’operazione di Alfieri non solo è figlia di un contesto letterario e di un clima culturale precisi, ma è stata inserita all’interno di una collana che è esplicitamente dedicata a testi di questo tipo: «Frontiere». 

Per di più, il libro – tutt’altro che inclassificabile – è riconducibile a un modo di fare storia che ha una genealogia e una fisionomia ben definita: quello della microstoria. Denominata per la prima volta negli anni Settanta, la microstoria ha avuto una grande fortuna negli anni Novanta, al punto che Einaudi le dedicò un’intera collana («Microstorie», appunto, 1981-1991), che alla sua conclusione, dopo soli dieci anni, annoverava una ventina di libri italiani e stranieri. Nei termini di uno dei tre ideatori di quella collana, che è insieme uno dei maggiori esponenti della microstoria e uno degli autori che più ha riflettuto sulle sue implicazioni teoriche, essa è l’«analisi ravvicinata di una documentazione circoscritta, legata a un individuo altrimenti ignoto»

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