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rivista semestrale

anno XXXV - terza serie

numero 87

gennaio/giugno 2023

Giulia Perosa – Italo Svevo, Lettere

[ a cura di S. Ticciati, il Saggiatore, Milano 2021 ]

A cinquantacinque anni dalla prima pubblicazione dell’epistolario di Svevo (a cura di Bruno Maier, Dall’Oglio 1966), Simone Ticciati ne ha curato una nuova preziosa edizione: Lettere. Si tratta di un volume corposo, senz’altro necessario a sostituire un testo ormai difficilmente reperibile e a rendere conto dei materiali epistolari che sono emersi nel corso dei decenni e che continuano ad affiorare negli archivi. Lettere accoglie infatti i documenti presenti nell’Epistolario del 1966 – escludendone i materiali «riconducibili a una tipologia testuale diversa dalle lettere» (p. 75) –, si avvale di una serie di edizioni pubblicate sino al 2021 e si arricchisce di lettere recentemente edite dal curatore o inedite (a James Joyce, Ario Tribel, Marino Szombathely e Adrienne Monnier).

L’edizione consta di documenti epistolari in italiano e in lingua straniera scritti tra il 1885 il 1928. Il corpus, ordinato secondo un criterio cronologico, non comprende solo le lettere effettivamente spedite da Svevo, ma anche le minute finora reperite: ciò consente di colmare le lacune epistolari quando la lettera non è conservata, e, se invece presente, di documentarne la revisione di Svevo (così Ticciati, p. 76). Ogni lettera presenta una fascia di commento volta a chiarire personalità e opere menzionate, a delucidare i punti poco chiari del testo e a fornire minime informazioni di carattere filologico. Queste ultime vengono integrate nell’Indice delle corrispondenze, importante per una sintetica descrizione fisica dei materiali e per comprendere quando il curatore si sia avvalso di edizioni a stampa. Da questo punto di vista, se certo archivi ed edizioni consultati sono elencati nella nota al testo, sarebbe forse stato utile indicare la collocazione archivistica di ogni documento epistolare, a favore di futuri controlli o edizioni, e per rendere conto della dispersione dei materiali.

Di rilievo è la nota al testo, firmata da Ticciati, che illustra puntualmente gli interventi del curatore, giustificandone le ragioni, e offre un articolato scorcio sulla lingua dell’epistolario. Come è noto, il profilo linguistico di Svevo costituisce uno dei busillis che ha accompagnato pressoché l’intera opera dello scrittore e su cui la critica ha variamente insistito. La summa di Ticciati costituisce un utile strumento di cui avvalersi per inquadrare i tratti salienti dello Svevo epistolografo e per meglio posizionare tale questione. Tra gli interventi del curatore – apprezzabilmente contenuti, anche nella prospettiva appena illustrata – si segnalano la correzione degli errori di datazione presenti nell’Epistolario del 1966 e alcune nuove ipotesi di datazione. Su tutti questi aspetti, forse esigenze editoriali hanno portato a escludere i rimandi bibliografici, che sarebbero stati utili per mostrare il dialogo con la critica pregressa.

In apertura al volume trova posto un saggio di Federico Bertoni, Letteratura contro letteratura: le «Lettere» di Svevo. Il contributo offre la bussola per orientarsi in «una congerie di scritti eterogenei per estensione, contenuto e registro espressivo» (p. 47), chiarendo sin da subito – anche sulla scorta degli studi di Lavagetto – una delle prospettive di lettura offerte dal volume: il posizionamento delle lettere «nella complessa diffrazione tra uomo e scrittore, borghese e genio, io superficiale e io profondo» (p. 46). A ciò contribuisce la fisionomia dell’epistolario, che può essere suddiviso in due sezioni: una prima parte, in cui l’interlocutrice privilegiata è Livia Veneziani e le discussioni afferiscono principalmente a tematiche familiari e lavorative, e una seconda, più breve, dove la sinfonia degli interlocutori si fa internazionale e compaiono destinatari quali Comnène, Crémieux, Joyce, Larbaud, Montale, Prezzolini. Del resto, lo stesso epistolario – ed è questo uno dei motivi di interesse dell’edizione – mette in luce quel dialogo tra vita, scrittura e letteratura, spesso all’insegna dell’ironia, che rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e discussi dell’intera opera di Svevo.

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